Guendalina Urbani
Neanche un graffio
22 febbraio - 22 aprile 2025, a cura di Valentina Muzi
"Neanche un graffio di Guendalina Urbani (Roma, 1992) è un progetto espositivo che intende riflettere sulle problematiche sociali dell’era contemporanea e sulla fragile condizione umana. Attraverso un uso innovativo dei materiali e delle forme, l’artista ci invita a cambiare punto di vista guardando la realtà attraverso una “lente” e ad affrontarla senza riportare alcun tipo di lesione. Un candido tentativo e un tenero – forse utopistico – auspicio di condurre un’esistenza dignitosa uscendone (sorprendentemente) illesi, senza neanche un graffio.
Sulla base di questa sensazione di stupore e meraviglia prende forma Un mare di vetro, l’installazione ambientale composta da centinaia di frammenti e schegge dalle sembianze vitree. L’opera si fa portavoce dei percorsi impervi e pieni di insidie che ognuno di noi incontra nel proprio cammino, forgiando gli impavidi. Ma è davvero solo una questione di attitudine, oppure si tratta di un cambio di percezione della natura del reale? Lo spazio che si apre davanti agli occhi dello spettatore è costellato da schegge taglienti che rischiano di ferire chiunque tenti di attraversare la stanza, ma la verità è che, se calpestati, i frammenti cederanno con morbidezza alla pressione di ogni passo. Ed è proprio in quella sottile linea di confine tra il reale e l’irreale che affonda le radici la ricerca di Guendalina Urbani, trovando ciclicamente nuovi e possibili materiali che manipola affinché l’oggetto preso in esame possa essere percettivamente alterato. Un processo che genera una frattura tra le nostre più ferme convinzioni e nuovi scenari capaci di coinvolgere il pubblico. A rafforzare questo divario tra la dimensione reale e irreale è Bolle d’aria, serie iniziata nel 2021 e il cui titolo riprende il termine con cui si definisce il film del rotolo di pluriball. Le sculture riprendono le fattezze dell’imballaggio cristallizzandone la morbidezza in materiali rigidi e delicati, in contrasto con la sua vera natura protettiva per oggetti fragili.
In un’era in cui i confini tra la realtà fisica e virtuale diventa sempre più sottile, il progetto dell’artista invita a interrogarci sulla nostra esistenza e sulla capacità – del tutto umana – di affrontare la società sempre più frammentata e capace di ferirci
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